I MUTAMENTI STORICI NELL’ICONOGRAFIA DEL MEDAGLIERE

Il Consiglio Nazionale ANPS di Cagliari del 24 ottobre 2015 ha approvato la nuova composizione del Medagliere ricevendone immediato riconoscimento attraverso il plauso del Capo della Polizia e l’apprezzamento favorevole del Dipartimento. Si è ridisegnato in tal modo l’itinerario descrittivo della tradizione storico-culturale che dal 1969 ha visto nel “Sacro Drappo” la rappresentazione della sintesi valoriale dell’immagine istituzionale.
L’iniziativa, assunta dal Sodalizio a trentacinque anni dalla riforma di polizia ed ispirata ad una rappresentazione storicizzata del simbolo, ha perseguito la finalità di rendere attuale, attraverso il linguaggio delle decorazioni ivi rappresentate, una visione compiuta e totalizzante dell’ultrasecolare ruolo sociale rivestito dall’istituzione.
Si è trattato, in pratica, di recuperare, riproporre e restituire l’immagine della tradizione storica della Polizia nella sua interezza, spogliandola di quelle rappresentazioni, ora spiccatamente militari ora preminentemente civili, che ne hanno caratterizzato la composizione nelle sue precedenti redazioni.
Ne consegue che se da una parte la sacralità del Medagliere, intesa in senso laico, è rimasta immutata ed immutabile nei suoi contenuti valoriali e nell’intimo significato etico-morale, dall’altra, invece, la scelta dei riconoscimenti e la loro sequenza via via esposta sul Drappo è risultata, nel corso di quasi dieci lustri, il portato di diversi orientamenti culturali che ne permettono, oggi, una prima interpretazione iconografica.
Infatti, le profonde differenze che emergono evidenti dalle immagini dei primi due medaglieri (elaborati rispettivamente nel 1969-1983 e nel 2003) rispetto a quello oggi adottato, impongono di esplorare vari terreni di ricerca per individuare le condizioni in cui sono maturate le diverse rappresentazioni, le finalità endogene all’istituzione che via via si sono intese perseguire, nonché il messaggio che ciascuna di esse ha inteso affidare alla società civile. E ciò attraverso l’individuazione delle cause che hanno dettato le singole scelte compositive del simbolo quale espressione di un’evoluzione storica su cui si è incardinata la sua ultima realizzazione.
Come sopra detto, la creazione materiale del primo Medagliere della Polizia avviene nel giugno del 1969, quando l’ANGPS, da pochi mesi costituita, viene invitata a partecipare presso la Scuola di Nettuno alle celebrazioni per il 117° anniversario della Festa della Polizia fissate per il 6 luglio successivo.
La sua realizzazione, limitata statutariamente all’Ordine Militare D’Italia (già Ordine Militare di Savoia) ed alle sole Medaglie d’Oro e d’Argento al Valor Militare e Civile (ne sono escluse quelle di Bronzo), risulta costituita da un unico corpo composto da 148 decorazioni disposte su sette file che presentano in sequenza l’esposizione di 3 OMDI, 5 MOVM, 100 MAVM, 20 MOVC e 20 MAVC, distribuite simmetricamente su quattro fila da 22 medaglie e tre fila da 20 medaglie ciascuna. E’ da precisare inoltre, che mentre i 3 OMDI (Felice Gazzola 1936; Riccardo Maraffa 1940 e Cesare Sabatino Galli 1946) e le 5 MOVM (Guido Alessi 1922; Luigi Orecchioni 1941; Maurizio Giglio 1945 ; Filippo Foti e Edoardo Martini 1968) avevano i descritti riferimenti individuali, tutte le altre medaglie, sia attribuibili alla Bandiera che ai singoli, non potevano che essere rappresentate simbolicamente, stante la sproporzione numerica fra quelle attribuite e quelle che potevano essere materialmente esposte sul drappo.
L’immagine del simbolo, ispirata alla tradizione militare (105 nastrini azzurri e solo 43 tricolore), deve ascriversi da una parte all’inquadramento ordinamentale della Polizia nelle Forze Armate e dall’altra alla persistente influenza culturale che in quel momento storico, la formazione del personale proveniente dalla PAI aveva esercitato ed ancora esercitava nell’ambiente1°). Non va dimenticato, infatti, che in quegli anni, oltre ai numerosi ufficiali e sottufficiali presenti nelle file della Polizia e del suo Sodalizio, il Tenente Generale Ispettore del Corpo Umberto Mantineo ( come il suo predecessore, Cesare Sabatino Galli), ed i fondatori e presidenti dell’ANGPS Luigi Cerquozzi e Biagio di Pietro (Come poi sarà il loro successore Zambonini), erano tutti provenienti dalle fila della Polizia dell’Africa Italiana. Portatori di un identico sentire radicato nell’amor patrio, nella lealtà e fedeltà istituzionale e nel profondo senso di appartenenza che guidava l’operatività dell’agire quotidiano nel permanente riferimento ai caduti ed al loro culto. Anche perché la PAI, nei suoi brevi anni di vita (1937-1945), aveva portato in dote al medagliere della Polizia un prestigioso patrimonio di ecorazioni costituito da un OMD’I (Riccardo Maraffa 1940) una MOVM ( Luigi Orecchioni 1941) 80 MAVM, 158 MBVM oltre a 261 Croci di Guerra.
Concepito in unico corpo, sul Sacro Drappo non viene distinta la sequenza dei riconoscimenti individuali rispetto a quelli concessi alla Bandiera. I riconoscimenti in Argento e Bronzo al Valor di Marina vengono ignorati, si escludono le medaglie di bronzo (In particolare le due al Valor Militare concesse nel 1949 al Battaglione Motociclisti 2°) ) e le due medaglie d’oro di benemerenza (Terremoto di Messina 1908 e Terremoto di Avezzano 1915), mentre si inseriscono nella rappresentazione le medaglie conferite ad importanti personaggi per vicende belliche estranee all’istituzione, per il semplice fatto di aver militato nel Corpo di Polizia. Si tratta dell’O.M.D’I. conferito nel 1936 a Felice Gazzola quale Colonnello di Artiglieria per le benemerenze acquisite nella guerra di Etiopia e la M.O.V.M. concessa al Capitano dell’esercito Guido Alessi 3°). Declinandosi, in tal modo, una scelta autoreferenziale tesa ad implementare l’imprinting militare rispetto a quello valoriale civile che, dati alla mano, risultava di ben superiore consistenza4°).
Ne consegue che, l’unicità dell’immagine prescelta, spogliata da ogni riferimento al singolo, rende volutamente il primo Medagliere espressione esclusiva del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza di cui ne riporta anche il Fregio. E ne offre i contenuti valoriali quale patrimonio comune e partecipe di tutti gli appartenenti, espressione del sacrificio, dell’abnegazione e della fedeltà omologata nell’azione quotidiana dei singoli. Il messaggio iconografico militare che esso esprime, in un momento storico che vive la “guerra fredda” delle superpotenze e segue i segnali di ribellione studentesca e l’inizio della strategia della tensione , persegue la finalità di consolidare nei singoli operatori il senso di appartenenza e lo spirito di Corpo, la disciplina e la subordinazione gerarchica, la solidarietà operativa come virtù necessarie per affrontare i gravosi compiti di ordine e sicurezza pubblica.
Mentre sotto il profilo sociale il messaggio che viene veicolato è quello della memoria storica dei tanti caduti facenti parte di un Corpo monolitico che cerca di coniugarsi nell’attualità con la nuova immagine che propone “In uno Stato democratico la Polizia al servizio del cittadino”.
Con le peculiarità descritte, la prima immagine del Medagliere viene fatta sfilare, accolta con partecipata commozione, il 6.7.1969 alla 117 Festa della Polizia e quattro anni dopo, il 5 maggio1975 alla significativa ricorrenza del trentennale della Liberazione di Milano, avvenimenti che inaugurano una vera e propria miriade di presenze pubbliche su tutto il territorio nazionale.
La smilitarizzazione del Corpo Guardie di Pubblica Sicurezza, occorsa con Legge 1.4.1981 nr. 121, e la sua trasformazione in Polizia di Stato, costringe anche il Sodalizio al cambio di denominazione che viene deliberato dal Consiglio Nazionale del 3.12.1982 con decorrenza dal 01.01.1983, assumendo quello di Associazione Nazionale della Polizia di Stato, con acronimo ANPS . La decisione impone anche la necessità di modificare la denominazione presente sul Medagliere ed è occasione per una sua revisione ed aggiornamento riguardo l’attribuzione dei riconoscimenti ricevuti nell’ultimo decennio. Infatti la concessione al Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza nel 1981 dell’O.M.D.I. come il più alto riconoscimento per il ruolo sociale svolto dal dopoguerra sino alla smilitarizzazione e la concessione nel 1978 della M.O.V.M. al Mar. Francesco Massarelli, permettono di sostituire il loro riferimento simbolico a quello che originariamente riguardava il Gen. Felice Gazzola ed il Capitano Guido Alessi. In tal modo, questa prima revisione del Medagliere non comporta alcuna modifica né della sequenza espositiva nella sua composizione né l’aggiunta o sostituzione di medaglie, ma viene realizzata attraverso la fisiologica surrogazione dei riconoscimenti già presenti sul Sacro Drappo che sono finalmente attribuiti a vicende storiche o personali strettamente connesse alla vita dell’istituzione e dei suoi uomini. Spogliato , quindi, da ogni componente di autoreferenzialità iniziale e rinnovato nella sua denominazione (da Associazione Nazionale del Corpo delle Guardie di P.S. ad Associazione Nazionale della Polizia di Stato) il simbolo per eccellenza della Polizia si ripropone, al fianco dell’ereditata Bandiera del Corpo, quale reale e fedele espressione della sua tradizione storica e del culto dei suoi caduti.
Variato nella sola denominazione e nella sostituzione del Fregio (Avvenuta nel 1991) con una composizione costituita dallo Stemma Araldico con al fianco sinistro il Fregio- a destra per chi lo guarda frontalmente- il Medagliere rimane immutato in tutte le sue componenti iconografiche e numeriche. Così il Simbolo mantiene dal 1983 sino al 2003 il suo imprinting prevalentemente militare che viene via via affievolendosi specularmente all’affermarsi dei vari processi evolutivi che investono l’istituzione. Infatti, la sua trasformazione in organismo civile “ad ordinamento speciale”, l’unificazione dei ruoli, la sindacalizzazione, la creazione del Dipartimento della P.S. quale vertice dell’intera struttura, la nuova cultura del coordinamento e della direzione politica affidata al Ministro dell’Interno, aprono una stagione di profonde trasformazioni. La figura dell’operatore di polizia, che ha pagato un grande tributo di caduti nel corso della lotta vincente contro il terrorismo e lo stragismo, si trasforma progressivamente da quella teorizzata del superpoliziotto, preparato fisicamente e tecnicamente ad affrontare le esigenze di O.P. o le varie attività anticrimine, a quella di un operatore molto più attento e sensibile all’esercizio dei poteri repressivi attribuitigli dalla legge. Comincia ad affermarsi progressivamente nella Polizia una nuova consapevolezza del ruolo sociale svolto ed una professionalità sempre più legata ai modelli di formazione laica interprete dei principi costituzionali e dello stato di diritto.
Ma questo processo evolutivo, che investe l’istituzione nel suo complesso, lambisce solo marginalmente l’Associazione che pur reagendo con l’apertura statutaria delle sue fila al personale in servizio, non riesce né ad affermarsi numericamente né a rinnovare il suo ruolo ponendosi quale polo aggregativo con iniziative e proposte significative. L’ANPS , ancorata alla sua tradizione militare che accoglie tiepidamente la riforma e le sue spinte innovative, si pone nel processo di rigenerazione che investe il “mondo polizia” in quegli anni come presidio di tutti i valori tradizionalmente legati all’adempimento del dovere. Sarà questa una battaglia di retroguardia che se renderà il sodalizio culturalmente lontano dai processi rivendicativi degli uomini in servizio, lo vedrà comunque tenace cultore delle sue radici più profonde e proteso alla salvaguardia di una tradizione percepita come struttura portante di una organizzazione statuale che stava rapidamente cambiando pelle.
In queste complesse dinamiche, che vedono l’ANPS impegnata a promuovere nella società civile il formarsi di una memoria storica del sacrificio e dell’abnegazione dei suoi uomini a difesa del territorio e della sicurezza dei suoi cittadini5°), il Medagliere, immutato in tutte le sue originali componenti iconografiche, si pone come trasposizione simbolica del “ da dove veniamo” e come ineludibile punto di riferimento per guidare, nel nuovo che procede, il “dove andiamo”.
Anche con la presidenza di Girolami, succeduta all’ultravencinquennale guida del Gen. Zambonini, per quanto impegnata a sostenere una più diffusa cultura storiografica nell’Associazione, non si arriverà mai a concepire una rivisitazione dell’immagine del medagliere capace di revisionarne i contenuti compositivi. Infatti, dopo lunghi anni di attesa, solo nel 2001 era stato raggiunto l’obbiettivo della riammissione del Sodalizio, uscitone a seguito della riforma, fra le Associazioni Combattentistiche e d’Arma. Un risultato appagante, perseguito con tenacia da quella parte dei vertici dell’ANPS, che lo interpretò come una sorta di rivincita verso una smilitarizzazione del Corpo non ancora completamente compresa e metabolizzata. Nel panorama descritto, complesso ed articolato nelle sue diverse componenti culturali presenti all’interno del sodalizio, ogni modifica del Sacro Drappo dal suo imprinting militare viene così temporaneamente arginato. Ed il perdurare delle scelte iconografiche originarie, che rappresentano nel Medagliere il ruolo fisiologicamente complementare dei valori civili di protezione e tutela del cittadino, vengono riaffermate con la partecipazione dell’ANPS al primo raduno interforze dell’Assoarma tenutosi nel settembre del 2001.
In un mondo polizia sempre più proiettato verso la professionalizzazione del ruolo e dei compiti, e sempre più contrassegnato dalle dinamiche rivendicative interne, le scelte di politica associativa dell’ANPS , spogliate ingiustamente degli autentici valori della tradizione storica che intendevano esaltare e salvaguardare, vengono considerate in buona parte dello stesso ambiente di appartenenza come nostalgiche ed inattuali. Si consuma silente , in quanto mai focalizzato, razionalizzato e discusso, fra Associazione ed Istituzione, un doloroso e colpevole allontanamento ideologico alimentato da ambiziosi autonomismi da una parte e da sufficiente tolleranza dall’altra. Come se le parti, anziché sentirsi ed essere simbiotiche partecipi della stessa storia e degli stessi destini, avessero deciso di percorrere la strada comune in due direzioni opposte. L’una rivolta alle contingenze dell’attualità ed al futuro e l‘altra a ritroso verso un passato che non poteva tornare.
In queste dinamiche articolate e complesse, alla fine del 2003, in assenza di un coordinamento partecipato e condiviso con l’Ufficio Storico ed il Dipartimento, i primi mesi della presidenza Russo vedono l’ANPS ridisegnare e proporre una nuova immagine del Medagliere. Sono gli anni in cui, dopo lo shock della vicenda della “uno bianca” ricompare il terrorismo delle nuove brigate rosse e di converso vengono celebrati gli emblematici valori civili legati alla figura di Giovanni Palatucci. L’immagine del nuovo Drappo , in adesione ai valori introdotti dalla riforma, viene concepita a composizione marcatamente civile (Solo 18 nastrini azzurri contro ben 144 tricolore) e vuole superare , con il tacito assenso dell’Istituzione, ogni incertezza interpretativa riguardo alle componenti valoriali che da sempre hanno ispirato e guidato il sacrificio dei suoi uomini. Le decorazioni vengono accresciute di numero e portate dalle originarie 148 a 172 e vengono ordinate su otto file che presentano in sequenza l’esposizione di 3 OMDI, 5 MOVM, 10 MAVM, 132 MOVC e 22 MAVC, distribuite simmetricamente su una prima fila composta da 18 onorificenze al Valor Militare e sette fila da 22 medaglie ciascuna riferite al Valor Civile. Anche in questa composizione i 3 OMDI ( Corpo Guardie di P.S. 1945-1981; Riccardo Maraffa 1940 e Cesare Sabatino Galli 1946) e le 5 MOVM (Luigi Orecchioni 1941; Maurizio Giglio 1945 ; Filippo Foti e Edoardo Martini 1968; Francesco Massarelli 1978) mantengono inalterati precisi riferimenti all’Istituzione o ai singoli, mentre tutte le altre medaglie, sia attribuibili alla Bandiera che individuali, vengono rappresentate simbolicamente per le ragioni già dette.
Anche in questa seconda costruzione il Sacro Drappo viene concepito in unico corpo, senza alcuna distinzione nella sequenza fra riconoscimenti individuali e quelli alla Bandiera. Le medaglie in Argento e Bronzo al Valor di Marina continuano ad essere ignorate, permane l’esclusione delle medaglie di bronzo (In particolare le due al Valor Militare concesse nel 1949 al Battaglione Motociclisti 2°) ), delle due medaglie d’oro di benemerenza (Terremoto di Messina 1908 e Terremoto di Avezzano 1915) e di quella in oro concessa nel 2002 dell’UNMI ONU per le Missioni di pace in Kossovo (1999-2002). Il messaggio che ne scaturisce vuole essere quello di una polizia che ha accresciuto la sua professionalità all’interno delle regole dello stato di diritto, che affianca la società civile per garantirne la sicurezza nella lotta alla criminalità, alle mafie, alla corruzione ed all’affarismo politico-amministrativo, che tutela l’ordine pubblico da tutti quei fenomeni di devianza che attentano alla pace sociale. Quella pioggia di medaglie d’oro al Valor Civile, in gran parte concesse alla memoria, rappresenta simbolicamente il tributo di sangue pagato alla protezione delle libertà democratiche del cittadino e si pone quale punto di riferimento emozionale per la loro affermazione nel rispetto rigoroso del principio “sub lege libertas”. E mentre la tradizione militare, limitata nei riconoscimenti alla sola prima fila del Drappo , appare affievolirsi in favore di un linguaggio iconografico spiccatamente laico ed attuale, il culto dei caduti viene riproposto ponendo al centro le virtù civiche della polizia esaltate dall’abnegazione e dall’estremo sacrificio dei singoli protagonisti.
Questo indirizzo culturale intrapreso dal Consiglio Nazionale ANPS, sostenuto da un pluriennale e consolidato attivismo delle sezioni nel campo della protezione civile, del volontariato assistenziale e nelle scuole, permette di riallineare le attività del Sodalizio – insignito nel 2005 della MAMC- alle esigenze di indirizzo e coordinamento del Dipartimento. Vengono promossi raduni nazionali (2005 e 2008) raduni interregionali (3 nel 2006) una raduno pellegrinaggio a S. Giovanni Rotondo (2007) che tendono a proporre al tessuto sociale una nuova immagine del Sodalizio quale Ente Morale proiettato all’affermazione di valori etico-morali quasi ieratici. Si consolidano i rapporti con il Capo della Polizia, sempre più partecipe della vita e delle attività del sodalizio. In questo clima di più incisivo impegno civile, nel 2007 il Consiglio Nazionale in sede di riforma dello statuto associativo, matura la decisione di porre mano alla normativa riguardante il Medagliere, la cui composizione viene allargata alle Medaglie di Bronzo di tutte le categorie ed alle Medaglie al Merito Civile.
La decisione , consolidata nella rivisitazione statutaria avvenuta nel 2010, getta le basi per la realizzazione di una sua nuova immagine la cui esigenza diventerà più sentita all’inizio del 2014 a seguito dei cambiamenti imposti dall’approvazione e registrazione del nuovo Logo associativo.
Così nell’ottobre del 2015 viene definitivamente approvata la nuova composizione iconografica del Medagliere che introduce, per la prima volta la distinzione fra i riconoscimenti concessi alla bandiera e quelli individuali. Le medaglie affisse sul Drappo, che a differenza del passato appartengono a tutte le categorie valoriali, passano per tale ragione dal numero di 172 a quello di 211 di cui 40 concesse all’Istituzione e 171 individuali. Ma ciò che incide in modo determinante sulla sua composizione è l’influenza esercitata dalle recenti ricerche che, tese ad individuare storicamente, nei vari corpi in cui si è espressa l’organizzazione della Pubblica Sicurezza, tutti i destinatari dei riconoscimenti e le motivazioni delle attribuzioni, hanno portato ad elaborare una concezione diversa del Sacro Drappo. Infatti l’approccio sui riconoscimenti individuali ha fatto sì che la sua sintesi simbolica si sciogliesse da ogni astrazione e venisse frammentata per ricomporsi nella sommatoria di un insieme di storie individuali. Storie di abnegazione e di senso del dovere che raccontano anche l’universo della persona, la sua famiglia, i suoi affetti, i suoi sogni, i suoi valori, i principi di vita, tutto un mondo emozionale e di relazioni, che troppe volte si è spento, sacrificato all’affermazione di valori collettivi…… ”. Si afferma così una visione viva e pulsante del simbolo che fa riaffiorare il retroterra culturale ed ideale a cui è ricollegata ogni singola azione che rappresenta, che ne umanizza la sublimazione simbolica per ricondurla alla realtà esistenziale ed emozionale del singolo protagonista .
È la figura del cittadino-poliziotto che, allievo, agente, graduato, ufficiale o funzionario, fuori da ogni retorica celebrativa, si riappropria della sua storia per costruire la tradizione ultrasecolare di uomini dello Stato e per lo Stato, di uomini della società e per la società, e ciò nella trasparenza dei profili positivi e negativi che la cultura istituzionale ha via via assunto nel tempo. Questi i presupposti che si vanno ad affermare nel processo di rinnovazione dell’impostazione iconografica del Medagliere quale partecipe espressione dei diritti e dei valori universali dell’uomo. E la sequenza delle medaglie esposte, in precedenza legata alla trasposizione della tradizione militare o civile, viene ricomposta in una narrazione più ampia e compiuta della tradizione storica della polizia e dei suoi caduti.
Il Sacro Drappo, quindi, viene riproposto come immagine perfettamente speculare a quella della Polizia e della sua memoria storica, e ne traduce in sintesi la testimonianza del suo impegno in patria ed all’estero, in guerra ed in pace, nelle calamità naturali e nell’ausilio alla collettività, nelle acute crisi sociali e nella lotta ad una criminalità crescente nelle diverse forme ed organizzazioni assunte nel tempo. Tutti i riconoscimenti hanno spazio all’interno del Drappo non per un’autocelebrazione diffusa, ma per narrare l’alto senso civico di cui sono espressione e la loro perpetuazione nella storia d’Italia che li ha trasformati in tradizione, patrimonio dell’istituzione e nel contempo della società civile. Entrano così nella sua iconografia tutte le medaglie di bronzo, in particolare quelle concesse nel 1949 all’eroico Battaglione Motociclisti, le Medaglie conferite al Valor di Marina e tutte quelle concesse al Merito Civile, le Medaglie di Benemerenza del 1908 e del 1915 e quella per la Missione di Pace in Kossovo. L’impatto visivo dei nastrini , nella molteplicità di colori (azzurro-rosso, azzurro, celeste listato bianco, tricolore, doppio tricolore, bianco-verde, nero-amaranto, nero-azzurro, bianco-bleu) offre il cromatismo articolato delle medaglie di riferimento 6) e distinto fra la Bandiera ed i singoli, propone l’intero arco valoriale in cui si è espressa la Polizia nella storia d’Italia, in una esemplare simbiosi fra l’istituzione ed i suoi uomini. Un messaggio ideale compiuto e totalizzante, veicolato nella trasparente assenza di ogni forma di compiaciuta autoreferenzialità e non più attratto da una rappresentazione militare o civile. Un messaggio che nel riproporre l’immagine della Polizia quale presenza ineludibile dello Stato e nello Stato, si traduce in semplice narrazione simbolica del sacrificio dei suoi uomini e della memoria viva dei suoi tanti caduti. Un messaggio che vuole perpetuare nel tempo l’affermazione di valori universali quali patrimonio ideale dell’Istituzione e quale punto di riferimento emozionale che accompagni l’esercizio quotidiano di una delle più difficili e delicate professioni.
Ma questo non è un punto di arrivo, è solo l’apice della piramide di quella “cultura del Medagliere” che deve ancora essere conterminata, sostenuta e consolidata negli anni che ci attendono. Di qui l’esigenza, maturata nel novero dei ricercatori ed appassionati studiosi, non solo di contribuire a dare una nuova veste narrativa all’immagine del Sacro Drappo, ma anche di tradurne e descriverne compiutamente tutto quel retroterra istituzionale ed individuale che ne sostiene la sublimazione simbolica.- Nell’ottica di questa ambiziosa progettualità, sono state individuate due aree di studio e ricerca finalizzate alla complessa acquisizione organica ed al riordino scientifico di tutti i riconoscimenti ricevuti nel tempo dalla polizia e dai suoi uomini.
Una prima con l’obbiettivo di elaborare il “Medagliere Antologico”, quale terreno di ricostruzione delle gesta e delle biografie personali dei beneficiati dall’OMDI e dalle varie categorie di medaglie d’Oro, ed una seconda, ancora più ambiziosa, tesa a creare il “Medagliere Storico” quale espressione dei riconoscimenti attribuiti agli appartenenti dei vari corpi di polizia che si sono succeduti nella storia d’Italia. Due imprese in itinere ma che una volta compiute, permetteranno di rendere palpabile e di facile lettura tutta la memoria storica della Polizia di cui il Sacro Drappo, assieme al Sacrario ed alla Bandiera, rappresenta e rappresenterà sempre il più alto simbolo di sintesi valoriale.

Note:


1°) La cultura militare di cui era permeata la Polizia alla fine degli anni 60, tendeva a non esaltare il grande valore sociale dei numerosissimi riconoscimenti ricevuti in oltre un secolo di vita al Valor Civile, tant’è che nella concezione e realizzazione del primo Medagliere vengono invertite le proporzioni fra le due tipologie di medaglie, privilegiando numericamente l’esposizione di quelle a Valor Militare (108) rispetto a quelle al Valor Civile (40), nella realtà storica molto più numerose (Vedi di seguito Nota 4°). La scelta, per quanto significativa, non si rivelerà in linea con l’attività riformista voluta dal Capo della Polizia del Tempo Angelo Vicari e verrà modificata solo negli anni duemila, con la redazione del terzo medagliere, che presenterà una immagine quasi esclusivamente civile.
2°) Le due Medaglie di Bronzo concesse al Battaglione Motociclisti, sono state escluse dall’esposizione sul Medagliere per espressa normativa statutaria dell’ANGPS che ha coinvolto tutte le medaglie della stessa categoria. La scelta è stata certamente condizionata dal periodo storico che vedeva la polizia, attraverso l’incisiva azione del suo Capo Angelo Vicari, cercare di superare il disvalore sociale e l’ostracismo che la circondava. Non va dimenticato, infatti, che i Battaglioni Motociclisti della Polizia venero costituiti per volontà espressa di Benito Mussolini, e che l’esposizione delle loro decorazioni sul Drappo, in quel preciso momento storico avrebbe potuto dare adito ad accuse o rilievi politici di “esteriorizzazione nostalgica” di cui il Corpo non aveva certo bisogno.
3°) Felice Gazzola, già Colonnello dell’Artiglieria, entrò nella PAI con la nomina di Ispettore Generale il 01.07.1938, quando già gli era stato concesso l’OMD’I, mentre Guido Alessi, si dimise dalla Polizia ove rivestiva il grado civile di vice-commissario, per arruolarsi nell’esercito ove nella battaglia di Montebello il 18.6.1918 fu protagonista di gesti eroici riconosciuti con la MOVM. Entrambi i riconoscimenti sono correttamente attribuiti dal Nastro Azzurro all’Esercito.
4°) Basti pensare che nel 1969 i riconoscimenti al Valor Militare alla Bandiera consistevano solo nelle due medaglie di bronzo attribuite al Battaglione Motociclisti nel 1949, mentre quelli al Valor Civile avevano raggiunto le 4 MOVC :- 1951 Alluvione Polesine; 1956 Nevicate Italia Centromeridionale ; 1960 Salvataggi a mare e 1967 Alluvioni autunno precedente), 3 MAVC (1953 Valcamonica; 1962 Salvataggi a mare e 1964 Disastro del Vajont) oltre ad una MOMC attribuita alla Polstrada nel 1967 ed una Medaglia di Bronzo al Merito Civile concessa nel 1969 alla Polizia Femminile.-
5°) Negli anni che vanno dal 1981 al 2000 l’attività dell’ANPS si concreta nella presenza costante alle celebrazioni dei caduti nella lotta al terrorismo ed alla criminalità comune, soprattutto nel favorire la perpetuazione della loro memoria con l’intitolazione delle sedi provinciali, la promozione dell’intitolazione di strade, parchi e piazze cittadine, la scoperta di targhe , cippi e monumenti pubblici quale testimonianza del sacrificio dei caduti, trasmettendo alla società civile un messaggio inequivocabile di partecipazione, solidarietà e vicinanza all’istituzione.
6°) Per il dettaglio vedasi la simulazione grafica del Nuovo Medagliere e la Legenda di medaglie e nastrini riportato al capo 4° della presente pagina telematica.

Arezzo 10 Febbraio 2023

Presidente
Guido Chessa

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